I viaggi nel tempo sono
possibili già da parecchi decenni;
macchine del tempo sono state inventate nei racconti
di fantascienza e nei film dagli effetti speciali più o meno tecnologici; la
fisica quantistica (o roba simile) dice che almeno teoricamente sono possibili.
Insomma, la mente dell’uomo, già da un pezzo, ha partorito la possibilità di
ritornare nel passato, attraverso tunnel, cancelli, velocità della luce, ma è rimasta tutto un gioco della fantasia.
Io per viaggiare nel tempo,
questo weekend, ho avuto bisogno di sole tre cose: un posto a me caro dove
ritornare, buona memoria e una macchina, non del tempo intendo dire, ma una
macchina quella con le 4 ruote.
Sono stato in Val d’Aosta ad
Antagnod, dove passavo tutte le mie estati da bambino. E dopo trent’anni, ho
voluto ritornarci per il mio personale viaggio nel tempo. Nessun rimpianto,
nessuna tristezza, ma la serenità di ritornare in un luogo dove si è stati
felici, sentirsi di nuovo bambino per aver coscienza di esser un uomo. Il mio
viaggio del tempo ha attraversato 12 anni in 2 giorni e ogni anno l’ho
ripercorso con le cose che ho ritrovato e con le cose che non c’erano più. Le
montagne i prati i fiumi sono sempre lì; le case, i negozi, le strade poco è
cambiato, ma se anche fosse cambiato tutto, anche un solo sasso di allora mi
sarebbe bastato, perché il cuore non dimentica.
Son cambiate le persone; non ho
ritrovato nessuno o forse non sono stato in grado di riconoscerle tra quelle
intorno a me, ma prima di partire ho chiesto alla negoziante di souvenier in
legno: “mi scusi per la domanda, conosce un ragazzo di nome Tullio? Trent’anni
fa eravamo due bambini e giocavamo qui intorno.” Mi rispose che lo conosceva
e che continuava a viver là, nella casa dove lo conobbi e che due anni fà, aveva
adottato un bellissimo bambino.
Prato a Barmasc |
Il canto del viandante
Se dove c’era il sorriso
di un bambino felice, ora vi
è una lacrima,
se la farfalla muore vedendo
poche albe e radiosi
tramonti,
se i petali di disarmante
debolezza
sono i più belli e preziosi,
se tutto ciò è il
meraviglioso
canto unisono alla vita,
posso allora ricordarti
in un batter d’occhi
e sognarti fino a rivederti,
o montagna, fiume ed albero,
ricordo caro, tramonto.
E mi sovviene di pensare,
che non so per quanto vivrò,
ma sono sereno.
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