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lunedì 25 giugno 2012

BLU,BLU,BLU:Yves Klein


Blu, colore del sogno,                                
fredda scheggia di grafite
su cupi orizzonti,
luoghi dove vorrei essere
a sentir intatto l’abisso fluire
sprofondare ed innalzare l’anima.      



 



Il blu è un colore speciale, affascinante, che ha intrigato i pittori di tutte le epoche, evocando malinconia, maestà e mistero. Nabokov scriveva “che felicità nel blu. Non ho mai saputo quanto blu potesse essere il blu.” “Il blu dona agli altri colori la loro vibrazione” diceva Cézanne, mentre Kandinskij affermava “che nell’azzurro si trova la potenza del significato profondo… e quando sprofonda vicino al nero, riecheggia un dolore quasi inumano”.
Nel Medioevo, usare l’oltremare non solo era segno di ricchezza, ma conferiva anche virtù all’opera sacra, da cui l’onnipresente veste azzurra della Vergine. La preziosità del pigmento fece sì che il suo utilizzo venisse espressamente specificato contrattualmente; quello per la Madonna dell’Arpie richiedeva che la veste della Vergine fosse resa con oltremare di “almeno 5 fiorini grossi l’oncia”. Si racconta addirittura che i frati tenessero d’occhio il Perugino durante la lavorazione di un affresco, affinché non fosse tentato di sostituirlo con un materiale più economico. E’ facile immaginare tutto questo, se si  pensa che nel 400 a Firenze una buona azzurrite costava due volte e mezzo la malachite, mentre la biacca cento volte meno; l’oltremare a sua volta era dieci volte più caro dell’azzurrite.

Nel secolo scorso il blu, persa la sua valenza prettamente economica, fu oggetto di un nuovo slancio concettuale con Yves Klein che, con lo sviluppo di una nuova resina, riuscì a creare un blu dall’aspetto opaco e vellutato che, nella sua visione, era carico di una “energia pura” che permetteva ad ogni sfumatura di prender vita risvegliando le emozioni del’osservatore: nacque l’ “International Klein Blue”.

 Nella mostra di monocromi a Milano del ‘57, Klein volle trascendere la superficie, abbracciando il valore concettuale dell’opera attribuendo ad ognuna un prezzo diverso, benché fossero tutte uguali: il prezzo era frutto della diversa intensità del sentire, necessaria alla realizzazione dell’opera stessa. 

 Klein stendeva il colore con rulli o spugne che successivamente utilizzò incorporandole nel quadro stesso. I lavori di Klein vanno visti dal vivo; nessuna riproduzione rende loro giustizia.
Questo è possibile dal 6 giugno al 26 agosto a Genova a Palazzo Ducale nelle sale dell’Appartamento del Doge dove sono in esposizioni alcuni lavori di Klein. 
“Pigmento Puro” IKB è visibile nella Cappella dell’Appartamento del Doge che “riassume tutta l’azione pittorica di Klein ed simboleggia l’entità monocroma del colore blu, concepito come sinonimo della sensibilità pittorica.“

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